non c'è libertà senza passione!

di Annamaria Riccio

E’ stato il 2008 un anno che ha rilevato come non mai l’affermazione delle donne nel mondo. E’ una crescente e importante definizione che ancora una volta evidenzia il ruolo marcato che il sesso femminile ha acquisito nella società. Nel corso degli anni si è avuta un’evoluzione  nel campo delle abilità muliebri nei vari settori di attività. Le donne, seppur con difficoltà, hanno sgomitato e faticato non poco per l’attribuzione del giusto riconoscimento ai meriti dovuti. Se nel corso degli anni le figure femminili alla ribalta si sono annoverate sempre più e non solo per meriti estetici, è forse con l’avvento delle Pari Opportunità che tutto ciò prende forma a livello istituzionale. Arrivano quindi “piazzamenti” dovuti per assolvere all’onere delle quote rosa, che comunque, non sempre sono rispettate, o riconoscimenti che hanno trovato una via più facile d’accesso per una variata mentalità che pone su piani paralleli la condizione maschile e quella femminile. Questo è stato un anno di soddisfazioni nel campo femminile. Ancora una volta donne con la D maiuscola sono arrivate alla ribalta non solo per qualità puramente apprezzabili dal punto di vista della beltà, ma per  doti umane e intellettive che vanno ben oltre la “facciata”. Mi riferisco, prendendo quelle più rappresentative, alla Rita Levi Montalcini che, ad un passo dal centenario fa un bilancio della sua vita con un libro “Le tue antenate” dove, come lei stessa afferma, ha voluto comunicare alle nuove generazioni le capacità intellettuali che le donne del passato hanno posseduto e messo in pratica nonostante le forti limitazioni a causa del maschilismo e di radicati pregiudizi. Stiamo parlando del mondo occidentale ovviamente, ma quest’anno si è aperto un piccolo spiraglio anche su quello orientale dove personaggi come la bimba saudita che chiede il divorzio dal marito-padrone, dà l’avvio per quella che potrebbe essere presagio di rivoluzione in un mondo islamico dove non è raro il rifiuto per i diritti umani. Il caso di Ingrid Betancourt è probabilmente il fatto di cronaca più eclatante degli ultimi tempi, se consideriamo che la donna è stata nelle mani dei guerriglieri FARC per ben sei anni. Ma ciò che vale il plauso a questa minuta figura femminile, è che nonostante tutto, ella ha fondato un’associazione in difesa dei ragazzi arruolati nelle guerriglie colombiane. La Betancourt attraverso la fondazione “calamar” tende a promuovere la formazione e l’orientamento al lavoro per debellare il fenomeno dell’arruolamento che fa leva proprio sul disagio sociale dei giovani colombiani. E dove le mettiamo le giovani e belle sportive che hanno “sbancato” alle olimpiadi di Pechino? Mi riferisco alla nostra Valentina Vezzali, Federica Pellegrino, Margherita Granbassi, Giulia Quintavalle, solo per citarne alcune. Ma la lista continua nel campo politico, sociale, artistico. E la ministra Gelmini che a torto o ragione ha fatto tanto parlare di sé…