QUELLA DISINVOLTA E INTERESSATA TRANSUMANZA DEI PARLAMENTARI

Apertura dell’Anno giudiziario con polemiche: i magistrati criticano l’Esecutivo e il premier rintuzza l’attacco. Non c’è solo la polemica tra politica e magistratura, ma anche tra quest’ultima e se stessa. Il presidente della Corte di Appello di Milano, Giovanni Canzio, senza giri di parole, bolla l’iniziativa dei colleghi della Corte di Assise di Palermo di chiamare a testimoniare il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel processo sulla presunta trattativa tra Stato e mafia.
Il programma va elaborato con impegno, saranno poi le donne e gli uomini del partito a portarlo avanti. Una vecchia impostazione del movimento sindacale che sui personalismi ha sempre storto il naso. E non a caso Epifani rivendica al suo PD di essere l'unico partito non personale dello schieramento politico del nostro Paese.
Una riflessione va dedicata alla cosiddetta democrazia del Web. Il Web può e deve essere un mezzo formidabile di conoscenza al fine di aiutare i processi democratici a tutti i livelli. Una volta si sosteneva che “l'informazione è potere”. Lo è la notizia, il ragguaglio che viene dalla “Rete”, ma se è riscontrato con oggettività per accertarne la veridicità. Uno dei compiti del giornalista è, tra l'altro, verificare, valutare per poi informare l'opinione pubblica. Se ci si illude però che la vera democrazia passa direttamente dalle notizie, o dai sondaggi, o dalle designazioni che vengono da Internet, senza regole condivise, ma imposte arbitrariamente da una sola parte, allora si vuole imbrogliare.
Niente più è come prima. Con la rielezione di Napolitano siamo passati alla Terza Repubblica. Bisognerà voltare pagina con un “governo di scopo” che proceda senza tentennamenti a riformare la Stato ed a rilanciare l'economia.