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giovani donne

giovani donne

di Teresa Mancini

Questa data ricorda quanto avvenuto nel 1961 quando furono violentate ed uccise le sorelle Mirabal, attiviste della lotta contro la dittatura della Repubblica Dominicana. Ce lo rammenta l’IFAD, il Fondo Internazionale per lo sviluppo agricolo dell’ONU che denuncia anche le violenze subite, in qualsiasi forma dalle donne delle comunità povere nelle aree rurali. Ma in tutto il mondo le donne sono soggette a forme diverse di violenza quotidiana, tra le mura domestiche e nella vita sociale e lavorativa. Le cifre denunciate ci fanno vergognare di essere giunti sino al XX secolo portandoci dietro tanta cultura retriva. Cinque milioni di donne (fonte ANSA), hanno subito violenze sessuali (23,7%), tre milioni 961mila violenze fisiche (18,8%). Capelli strappati, spinte, schiaffi, calci, pugni e persino morsi, violenze psicologiche: i partner sono responsabili della quota più elevata di tutte le forme di violenza fisica rilevate, che nella quasi totalità dei casi non vengono denunciate.

Nel lavoro e nella politica le donne stentano a farsi largo godendo di vere pari opportunità. Occorre essere tanti e diversi, uomini e donne assieme nel denunciare questi soprusi e nell’educare i figli ad avere rispetto per se stessi e per gli altri.

Ma in primo luogo sono le donne che devono avere più rispetto di se e coscienza del loro valore, devono avere la capacità di indignarsi anche verso se stesse quando la violenza le colpisce e non la denunciano, quando non reagiscono ai luoghi comuni di un’educazione sedimentata che le relega ai soliti ruoli lasciandole sole. Pur constatando le situazioni di oppressione di molte donne nel mondo, ci rendiamo conto che non occorre poi andare tanto lontano; anche nel nostro Paese, appartenente ai Grandi 8 stati più industrializzati del mondo,  le donne si sentono sole, abbandonate da sempre con i soliti problemi. Mancanza di strutture sociali che potrebbero supportarle nel quotidiano, difficoltà nel trovare lavoro e se lo trovano spesso lo perdono facilmente se si tratta di rivedere l’organizzazione aziendale presso la quale sono impiegate; senza la certezza di una casa: in questo modo si perpetra una grande violenza sulle donne, ed italiane in questo caso,  sottile, raffinata quanto rozza e miope che consiste nel negare loro la possibilità di avere figli quando lo desiderano, e si nega comunque all’Italia la possibilità di crescere demograficamente e culturalmente.

Le iniziative a favore delle donne sono diverse e provengono da tutto il mondo, ad esempio, il Fondo delle Nazioni Unite per le donne (UNIFEM) ha lanciato nel 2007 la campagna “Say NO to violence against women” , appoggiata da Amnesty International, dove l’intento è di raccogliere 1 Milione di firme e di consegnarle al segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon. In questo modo oltre che chiedere che si fermi la violenza di qualsiasi genere ed in qualsiasi luogo, sulle donne, si vuole creare una comunità diversificata per genere e cultura che unita, abolisca le differenze culturali tra i sessi.

Ancora tanto però c’è da fare e da dire, tutti i giorni ed in qualsiasi luogo, e da parte di tutti.