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Messina nel 1908

Messina dopo il terremoto del 1908

Per ricordare il terremoto di Messina a 100 anni dal suo accadimento abbiamo chiesto a Mario Falcone autore del libro “L’alba nera” , da poco uscito nelle librerie, di raccontarci un personaggio femminile  significativo del suo libro, che visse quella tragedia.  Messina fu distrutta ed i suoi abitanti furono costretti a rivedere la loro organizzazione di vita in modo radicale.

Maria

Se fra i tanti personaggi femminili che popolano le pagine del mio romanzo “L’alba nera” (Fazi editore), dovessi sceglierne uno, non avrei nessuna esitazione a indicare Maria, la madre di Rosario come vero archetipo dell’eroina, figura chiave di tanti romanzi d’appendice.

Maria è una donna con una sua inconsapevole modernità. Infatti, già nel 1908, a Messina, sfida convenzioni, regole e formalismi, proponendo un modello di famiglia che non contempla il legame del matrimonio, ma basato unicamente sull’amore e sul rispetto, disposta anche a pagare un prezzo sociale altissimo.

Maria ha alle spalle una storia terribile: fidanzata con un giovane idraulico, Ignazio, con cui è in procinto di sposarsi anche perché è già incinta di Rosario, vede crollare tutto nel momento in cui il suo ragazzo, a seguito della morte violenta dei propri genitori, per evitare di fare la stessa fine è costretto a simulare la propria morte e  fuggire in America.

Rimasta sola e con un bambino che sta per nascere, Maria viene ripudiata dalla famiglia.

Dopo la nascita di Rosario, Maria incontrerà un uomo, Rocco Mantineo, che si prenderà cura di lei e del bambino. Insieme formeranno una famiglia “atipica” per quell’epoca, che faranno crescere di numero mettendo al mondo una bambina, Cettina.

Quando diciassette anni dopo, Ignazio tornerà a Messina per vendicarsi di coloro che uccisero i suoi genitori, la vita della famiglia Mantineo, a cominciare da quella di Rosario, verrà scossa fin dalle fondamenta.

E sarà proprio la donna, dopo aver rivelato al figlio come si svolsero realmente i fatti, a difendere come una leonessa l’integrità del suo nucleo familiare.

Poi ci sarà il terremoto, che all’alba del 28 dicembre di quell’anno, raderà al suolo la città.

Insieme ad altre migliaia di messinesi, Maria andrà incontro al suo tragico destino, ma a differenza di molti protagonisti della storia la sua anima si presenterà al cospetto di Dio, bianca come la veste della statua dell’Assunta che suo figlio Rosario strapperà alle viscere della città e depositerà sulla spiaggia col viso rivolto in direzione del mare, riunendosi idealmente per sempre con sua madre.