di Monica Guido
Brughel. Meraviglie dell’arte fiamminga è la prima grande esposizione, mai realizzata prima a Roma e dedicata alla celeberrima discendenza di questi artisti. La location che ospiterà la mostra, dal 18 dicembre 2012 al 2 giugno 2013, è il suggestivo Chiostro del Bramante, che per l’occasione allestirà un percorso espositivo lungo il quale verrà ripercorsa la storia e l’eccezionale talento della più importante famiglia di artisti fiamminghi attivi tra il XVI e il XVII secolo. Con oltre 100 opere tra dipinti, disegni e grafiche, l’esposizione offre al visitatore l’opportunità di ammirare da vicino meravigliosi dipinti, presentati in modo organico e completo nella suggestiva cornice capitolina, provenienti da importanti musei nazionali e internazionali – tra cui il Kunsthistorisches Museum di Vienna, il Tel Aviv Museum of Art, il la Pinacoteca Ambrosiana di Milano e il Museo di Capodimonte di Napoli – e da prestigiose collezioni private, dislocate in diverse aree del mondo. Sta proprio qui l’eccezionalità di questo evento, che è riuscito a raccogliere e mettere insieme capolavori altrimenti difficilmente accessibili, alcuni dei quali finora mai esposti al pubblico.
Le opere offrono al pubblico le relazioni e il cammino artistico di quattro generazioni di pittori della nobile stirpe lungo un orizzonte temporale, familiare e pittorico di oltre 150 anni. La dinastia dei Brueghel ha infatti segnato con il suo talento e la sua visione dell’umanità, la storia dell’arte europea dei secoli successivi. Il racconto dell’esposizione inizia dalla vita a tratti quasi misteriosa del capostipite della famiglia Pieter Brueghel il Vecchio e si snoda attraverso la relazione tra lui e Hieronymus Bosch, sino a svelare le visioni allegoriche, moralistiche e fantastiche prima d’ora inimmaginabili ma paradossalmente diventate concrete grazie alle conquiste della pittura del Cinquecento. Brueghel influenzato da Bosch, rappresenta la capacità di osservazione e di rappresentazione, non limitandosi solo all’insegnamento morale, ma riuscendo a raffigurare un vasto universo di tipologie umane. La mostra, trasmettendo fedelmente la corrispondenza tra le vicende familiari e l’evoluzione pittorica dei protagonisti, si focalizza attorno alle vicende di ciascun artista e si sviluppa secondo una logica a rete, abbracciando i riferimenti internazionali e i fatti storici del periodo di riferimento, come l’esperienza di Jan van Kessel I, figlio di Paschasia, sorella di Jan Brueghel e di Ambrosius Brueghel, artista di grandissima qualità ma poco conosciuto e studiato. Il percorso espositivo si chiude idealmente con David Teniers il Giovane, legato alla dinastia dei Brueghel per aver sposato Anna, figlia di Ambrosius. Si delinea insomma un viaggio appassionante nell’epoca d’oro della pittura fiamminga del Seicento. Curata da Sergio Gaddi e Doron J. Lurie, Conservatore dei Dipinti Antichi al Tel Aviv Museum of Art, la mostra fa parte di un grande progetto internazionale che approda per la prima volta a Roma in una veste del tutto nuova e rinnovata, dopo le tappe di Como e Tel Aviv. Arricchita da quasi venti nuove opere, la retrospettiva romana è promossa e organizzata da Arthemisia Group in collaborazione con DART Chiostro del Bramante.