di Chiara Selleri
Sessant’anni d’età, quarant’anni di carriera: con questi numeri Ivano Fossati ha deciso di fare i conti e ha maturato l’addio alle scene. Questo addio, meditato e ben ponderato, accettato con serenità, il cantautore genovese ha scelto di commentarlo con Fabio Fazio nello speciale di Che tempo che fa il 23 gennaio scorso. Durante questa chiacchierata tra amici, Fossati ha spiegato con naturalezza e sincerità i perché della sua scelta: non c’è il peso della stanchezza ma il motore della curiosità che lo spinge a sperimentare in altre direzioni. Lo speciale di Fazio, reduce sempre da altissimi ascolti, intitolato La musica che gira intorno ovvero Ivano Fossati, è stato pensato come una vera e propria festa all’insegna della musica, delle parole, dell’amicizia (sono intervenuti numerosi amici di Fossati, tra i quali Zucchero e Fiorella Mannoia, che hanno cantato le sue canzoni).
Nessuna atmosfera di addio, insomma. Fossati ha voglia di divertirsi fino alla fine. Già nell’ottobre scorso, in occasione dell’uscita del suo nuovo album Decadancing e dell’avvio del suo ultimo tour, Fossati si era recato da Fazio per iniziare a preparare i suoi fan alla scelta coraggiosa e irrituale che aveva preso. Il suo ultimo disco unisce due parole molto diverse tra loro: la gravità della parola decadenza è controbilanciata dalla leggerezza del ballo. Con un sorriso amaro, nel suo ultimo lavoro, Fossati ha voluto raccontare «la decadenza italiana», anche se -spiega il cantautore genovese- la crisi non è solo italiana e si augura che sia giunto il momento di rialzarsi e di darsi da fare. In fondo, Fossati, che ha alle spalle le esperienze più diverse (l’esordio negli anni Settanta con il gruppo dei Delirium con un interessante repertorio progressive rock, poi l’esperienza di solista che lo ha reso celebre come uno dei cantautori italiani più completi grazie alle composizioni sofisticate e ai testi a tratti intensamente poetici), non sta accantonando la passione per la musica ma solo la discografia. Ha ancora intenzione di studiare, suonare, ascoltare la musica degli altri e scrivere canzoni per gli altri.
Non ama essere definito «un cantautore colto» ed essere associato alla canzone d’autore; piuttosto si descrive come curioso, amante dei viaggi e dei libri. Fossati è noto agli appassionati di musica non solo come cantante di grande sensibilità ma anche come autore di pezzi scritti per colleghi ed amici: si pensi a Pensiero stupendo, scritta per Patty Pravo insieme a Oscar Prudente, un grande successo discografico che per l’occasione Fossati ha interpretato nella trasmissione di Fazio. «Scrivere canzoni per altri -sostiene Fossati- ha in sè un meccanismo simile alla drammaturgia, si diventa autore di un personaggio in quel momento, seppure nel piccolo spazio di una canzone».
Così, uno dei tanti figli della scuola genovese di cantautorato (si pensi a Gino Paoli, Luigi Tenco, Fabrizio De Andrè, Bruno Lauzi) fa il bilancio della sua carriera: «Ho appena compiuto 60 anni; quando ho iniziato il mio mestiere, ho avuto l’idea che la mia vita dovesse rimanere “normale”. Avevo 20 anni, pensavo che si potesse tralasciare quel tratto di specialità che il mio mestiere comporta. Sono stati anni in cui mi sono sentito come quando si esce per strada e camminando si è investiti dal vento… una sensazione che ti dà fastidio ma ti piace anche. Ho cercato di vivere una vita normale e grazie al cielo non ci sono riuscito».