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SALINADOCFEST

Nell’anno della riscoperta del cinema del reale (si pensi alla vittoria al Festival del cinema di Venezia di Sacro Gra di Gianfranco Rosi), il SalinaDocFest, festival del documentario narrativo, giunto alla sua settima edizione, ha vinto. Ha vinto perché ha da sempre creduto nel documentario narrativo, non come genere a sé stante, ma come cinema a tutti gli effetti. Documentare la realtà attraverso una storia, con uno stile e un linguaggio ben precisi, si può. Spesso escluso dalle grandi distribuzioni, il documentario narrativo, grazie all’impegno di Giovanna Taviani, documentarista di grande sensibilità e direttore artistico del SalinaDocFest, è tornato a far parlare di sé. Il festival del documentario narrativo ha trovato la sua cornice nelle Eolie, in particolare a Salina, isola dai tetti bianchi e dal mare cristallino. Perché proprio a Salina? Portare il cinema su un’isola e far sì che per tre giorni ci si sposti dalla terraferma è stata una sfida della Taviani che ha trovato il modo per catalizzare l’attenzione su due realtà cui tiene particolarmente: il cinema e le Eolie (a Lipari è stata girata la celebre scena di Kaos, di cui la Taviani adolescente è stata protagonista, e a Salina la regista trascorreva le estati da bambina), perché non siano più sinonimo di cultura d’élite o di isolamento ma inizino ad avere il sapore del bene comune.

Proprio al bene comune, infatti, è stata dedicata la rassegna di quest’anno che si è svolta a Salina dal 20 al 22 Settembre. In tre giorni intensi si sono succeduti le proiezioni dei sette film in concorso e gli incontri del pubblico (molto partecipati) con i registi. Ha vinto la rassegna Il muro e la bambina di Silvia Staderoli che, mescolando la Storia di un paese con la storia personale, si è distinto per la lirica prosaicità con cui ha descritto un dramma tutto intimo e privato. Menzione speciale per il film di Alessandra Celesia, Mirage all’italienne, in cui il viaggio in Alaska alla ricerca di lavoro è innanzitutto un viaggio alla ricerca di se stessi, e per Summer ’82 – When Zappa came to Sicily di Salvo Cuccia. In questo festival, che ha visto alternarsi sul palco figure dalla levatura di Emma Dante con il suo Via Castellana Bandiera e Pippo Delbono con Sangue, il bene comune diviene proprio il cinema che la Taviani, insieme al suo staff d’eccezione, fa circolare grazie al SalinaDocFest.

In un paese che non investe sulla cultura e sui giovani, Giovanna Taviani avanza convinta e tenace in direzione ostinata e contraria.

Chiara Selleri