Il tema, unico, è consistito nell’interpretare, attraverso il medium della ceramica, lo spazio di un cubo della misura 20X20 cm.
Se nel 2015 con l’importante mostra alla GNAM si è celebrato lo sdoganamento della ceramica dai circuiti circoscritti delle Arti Applicate per collocarla definitivamente nell’ambito dell’Arte con la A maiuscola, oggi con la mostra CUBE compressi , inaugurata il 2 settembre a Faenza all’importante evento internazionale Argillà Italia, ci troviamo di fronte al felice tentativo di uscire dalla nicchia autoreferenziale in cui spesso la ceramica stessa si è rinchiusa . Il tutto è avvenuto in un CUBO, è questo infatti il leitmotiv che come un sottile fil rouge ha accompagnato lo sviluppo di un’idea voluta fortemente da Evandro Gabrieli e Rosana Antonelli dell’Associazione Culturale Keramos di Roma in collaborazione con CiE (Ceramica in Espansione). Il tema unico è stato: interpretare, attraverso il medium della ceramica, lo spazio di un cubo della misura 20X20 cm.
Sono stati selezionati 24 artisti, ma sono stati in tanti ad aver risposto all’invito per poter raccontare come sottolinea Domenico Iaracà in “un microcosmo a rispecchiare il più complesso e infinitamente più grande ambiente in cui siamo immersi”, la propria storia , sentendo la necessità di aderire ad un progetto che per dirla con le parole di Michela Garbin è nato per sparigliare, abbattere il conservatorismo e dare spazio a nuovi nomi e che a mio dire diventano un mosaico fatto di un insieme variegato di tasselli cubici, poliedrici contenitori di pensieri e dispensatori di messaggi diversi.
Ma non è solo l’esposizione, concepita itinerante e che avrà luogo in altre due sedi a Torgiano l’8 ottobre al MAAC e a Roma il 7 Novembre presso Keramos, ad avere voce in quella che possiamo definire una geometria sacra, anche il catalogo è cubico e questo ci porta ad una sola considerazione: la Mostra di CUBE compressi uguali e diversi è l’espressione di un comune sentire che coinvolge tutti, artisti, organizzatori, critici e visitatori.
L’esposizione si potrebbe definire la realizzazione di un Cubo di Metatron in cui il coinvolgimento collettivo conduce verso una muta relazione e una sovrapposizione prismatica tra lo spazio dell’esposizione e lo spazio della creazione spingendo così tutti ad un dialogo tra un mondo interiore, ancestrale e una viva attualità che trova dentro lo spazio cubico la forma del racconto. L’augurio è che si vada avanti su questa strada per dare ulteriori stimoli ad un medium che più di altri possiede la capacità di parlare con un linguaggio globale.
Gli artisti:
Narciso Bresciani, Enrica Campi, Eraldo Chicchiù. Elisa Confortini, Terry Davies, Mirco De Nicolò, Giorgio Di Palma, Alfredo Gioventù, Silvia Granata, Sara Kirschen, Rita Miranda, Roberta Oppedisano, Sabine Pagliarulo, Fiorenza Pancino, Bianca Piva, Karin Putsch – Grassi, Attilio Quintili, Mara Ruzza, Gabriella Sacchi, Laura Scopa, Antonio Taschini, Terrapintada, Maurizio Tittarelli Rubboli, Demetriou Vassos.
di Giulia d’Ignazio