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locandiera[1]Dal 31 Gennaio al 3 Febbraio 2013 al Teatro Trastevere di Roma – in via Jacopa de’Settesoli 3 – è in scena “La Locandiera” di Carlo Goldoni per la regia di Laura Ippoliti. La storia racconta le vicende di Mirandolina, un’abile “manipolatrice amorosa” che a Firenze gestisce la locanda ereditata dal padre. Deborah Massaro interpreta il ruolo di Mirandolina la quale, ammaliando e confondendo gli ospiti della sua locanda, ne incrinerà le certezze ed il quieto vivere. Mirandolina è difatti uno dei pochi personaggi di Carlo Goldoni che non deve la sua comicità ai propri difetti ma alla scaltrezza, che trionferà sulla presunzione maschile.

Ti sei diplomata nel 1996 all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”. Nella tua carriera hai interpretato ruoli del teatro antico, del teatro Shakespeariano e del teatro moderno-contemporaneo. Quale personaggio hai sentito più vicino, e quale ti è “rimasto nel cuore”?

“Tra le mie più fortunate interpretazioni posso citare “La Lupa” di Giovanni Verga nel ruolo della protagonista Gnà Pina. La “Signorina Julie” di August Strindberg. Il ruolo di Amanda ne “Lo Zoo di Vetro” di Tennessee Williams. Non posso parlare di un solo personaggio: tante eroine teatrali hanno lasciato il segno nel mio percorso artistico.”

In questo spettacolo interpreterai il ruolo della “Locandiera”, ovvero di Mirandolina. Come hai impostato questo personaggio?

“In maniera naturale – rivivendola – ma prendendo comunque spunto dalle maschere della Commedia dell’Arte. Non sarò una Mirandolina sdolcinata, come potrebbero suggerire le battute di Goldoni. Penso che Mirandolina sia una femmina affascinante, un po’crudele e provocatrice. E allo stesso tempo pratica, attiva e solerte: svolge le proprie “pubbliche relazioni” con un’esemplare elasticità mentale.”

La regista – Laura Ippoliti – che taglio ha dato a questa “Locandiera”? Quali accorgimenti di regia ha utilizzato?

“Laura Ippoliti ha dato un taglio cinematografico alla commedia: le scene si succedono come sequenze, cioè come un insieme d’inquadrature che raccontano un episodio narrativo. Oltretutto i personaggi non sono statici, e non sembrano nemmeno usciti da un settecentesco dipinto di Pietro Longhi.”

Perché questo testo è ancora così attuale? Che insegnamento lascia in “eredità” la “Locandiera” alle donne del 2013?

“Il fascino di Mirandolina non dipende solamente dalla sua civetteria, ma soprattutto dalla sua modernità. È diversa dalle altre perché – oltre che femmina – è donna d’affari. Penso che questo sia un testo ancora attuale grazie al senso “politico” della vicenda: con l’unione tra Fabrizio e Mirandolina si sancisce la superiorità del matrimonio borghese fondato sul buon senso.”

Dove ti vedremo prossimamente?

“È possibile un contratto per uno spettacolo di Tennessee Williams, ma per scaramanzia non dico altro. Il 28 Aprile 2013 sarò in scena al Teatro Campo d’Arte di Roma con un recital sulle poesie di García Lorca. Con gli attori della compagnia “Il Saltimbanco” – in scena con me in questo adattamento de “La Locandiera” – mi sono trovata bene, e spero che insieme allestiremo altri spettacoli. Ringrazio quindi Andrea Villanetti, Marco Martino, Christian Galizia, Paola Luccetti, Alessandro Gerard ed Elisa Josefina FattoriDi ELISA JOSEFINA FATTORI (L’UNICO).

Articolo di ELISA JOSEFINA FATTORI (L’UNICO) che riceviamo dall’autrice e volentieri ripubblichiamo.