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Elisa Josefina Fattori

Elisa Josefina Fattori

Il 2013 l’ha vista in scena al “Teatro Trastevere” con “La Locandiera” di Carlo Goldoni e al “Teatro Le Salette” nello spettacolo “Le Richieste di Anton”. Presente anche alla manifestazione “Lungo il Tevere Roma” dell’Estate Romana con il reading di poesie “Tenera è la Notte” e nella black comedy “Vizio di Famiglia” di Edoardo Erba. Il 2014 per Elisa Josefina Fattori – attrice veneta d’origine, ma “romana” dal 2005 – si apre con una nuova produzione firmata Skenexodia. Il 28 e 29 Gennaio 2014 sarà in scena al Teatro Manhattan di Roma, in via del boschetto 58 con lo spettacolo Adina riposa al buio.

  

Di che cosa parla “Adina riposa al buio”?

“Secondo Luca Guerini – autore e supervisore alla regia – questo spettacolo ha un’atmosfera hitchockiana: la trama e il finale non sono affatto scontati. Si racconta la storia di Adina che, dopo mesi di ripensamenti, prende coraggio per rivelare al padre la propria omosessualità, ma questo reagisce cacciandola da casa. Così la giovane neolaureata trova riparo davanti alla porta del supermercato dove lavora Rosalba, una cassiera che diventerà sua amica, a dispetto delle raccomandazioni del fratello Matteo. “Adina riposa al buio” è nato per essere proposto in occasione della giornata mondiale contro l’omofobia, ma nel corso delle prove e dell’allestimento il tema dell’omosessualità non si è dimostrato fondamentale. Con Valentina Celentano e Giuseppe Villa – gli interpreti di Rosalba e Matteo – abbiamo lavorato in modo approfondito sulla psicologia dei personaggi, indagando ogni motivazione, istinto e debolezza.”

 

Raccontaci il tuo personaggio.

“Io sono Adina, la protagonista. È una ragazza giovane, che è sempre vissuta in una gabbia dorata seguendo le regole dettate da un padre accentratore ed invadente. È una ragazza molto fragile e sognatrice, sicuramente non abituata alla vita reale o alla quotidianità. Ma in questo personaggio è presente anche una forte componente d’infantilismo ed ipocrisia: infatti da una persona che – come lei – nella vita ha avuto tutto, ci si aspetterebbe un atteggiamento più positivo.”

  

Perché Adina sceglie di vivere per strada?

“La scelta di Adina potrebbe essere in parte paragonata alla struttura narrativa epica del “viaggio dell’eroe”, ovviamente in chiave negativa. Infatti il cosiddetto “viaggio dell’eroe” prevede che dalla quotidianità l’eroe si avventuri in una terra sovrannaturale dove incontrerà forze favolose ed otterrà una vittoria definitiva, per tornare dotato di poteri meravigliosi. Con il suo viaggio, Adina cerca di definire la propria personalità attraverso un gesto di rottura e di sfida nei confronti del padre e delle regole che non ha mai accettato; cerca di esplorare un mondo nuovo, dove si metterà alla prova senza alcun filtro che la protegga.”

  

Come viene trattato il tema dell’omosessualità in questo spettacolo?

“In maniera molto delicata. Inoltre l’omosessualità non determina la personalità della protagonista ed il suo modo di rapportarsi con il mondo: piuttosto è la società che modifica l’atteggiamento nei suoi confronti ogni qual volta ne viene a conoscenza. Infatti la sua omosessualità viene percepita come un elemento disturbante da suo padre e dal fratello di Rosalba, ma non è un qualcosa che definisce le scelte di Adina in maniera diretta. Piuttosto in maniera indiretta: quando cerca di parlarne con il padre, il padre la ripudia, e lei decide di rifiutare le convenzioni andando a vivere davanti alla porta di un supermercato.”

 

C’è un’attrice – o un attore – che ti ispira particolarmente?

 “Più che un attore o un’attrice ci sono alcuni film. Ad esempio una scena esatta di “Gioventù bruciata” (1955) di Nicolas Ray, dove James Dean – prima di uscire di casa in tutta fretta –da una torta lasciata sul tavolo della cucina ne taglia una fetta. In quel frammento di film c’è una tale spontaneità e verità! Sicuramente emblematica del Metodo di recitazione dell’Actors Studio di New York, ovvero del Metodo Strasberg, con il quale ho studiato e che utilizzo per sviluppare ogni mio personaggio. La “scena della torta” è un caposaldo della mia recitazione, e penso di averla vista centinaia di volte. Un altro film che mi ha ispirato moltissimo – ed inoltre il mio film preferito – è “Io la conoscevo bene” (1965) di Antonio Pietrangeli. In questo film gli occhi e gli sguardi di Stefania Sandrelli da soli potrebbero raccontare tutta la trama del film, senza neanche una battuta. Sguardi molto naturali, sinceri e profondi, ma molto significativi.”

 

Dove ti vedremo prossimamente?

“Dal 20 al 25 maggio 2014 sarò in scena al Teatro Testaccio di Roma con la commedia “Da Giovedì a Giovedì”, di Aldo De Benedetti. Interpreterò il ruolo della protagonista femminile, Adriana Guarnieri, ruolo che era stato assegnato – al debutto del 1959 – alla grande attrice veneziana Grazia Maria Spina. Una produzione della Compagnia Madier, di cui faccio parte.”

Redazione de Il Corriere delle Donne