non c'è libertà senza passione!

di Michele Ottati*

Credit © European Union, 2010

Oggi siamo cittadini europei dal momento che siamo cittadini di uno dei 27 Stati membri.Ma mi rendo conto che non si puo’ ottenere in un periodo cosi’ breve un risultato cosi’ trascendentale. So anche che la storia della integrazione europea è caratterizzata dall’essersi sviluppata a piccoli passi. Ogni volta che abbiamo voluto portare avanti dei grandi progetti, come quello del Trattato per la Costituzione europea, non siamo riusciti ad approvarli.Il Tratta di Lisbona, entrato in vigore il 1° dicembre 2009, rappresenta un passo in avanti per la ripresa del processo d’integrazione europea. Analizzando il Trattato, si puo’ dire che si è creato un miglior equilibrio tra le varie Istituzioni (Consiglio dei Ministri, Parlamento, Commissione) in vista di facilitare la presa di decisioni e d’aumentarne l’efficacia.

Ma come mai, ad occuparsi del Trattato di Lisbona siano oggi soprattutto i vari Presidenti delle varie Istituzioni ed alti dirigenti delle stesse istituzioni per cercare di trasformare in procedure amministrative ed accordi quadro le relazioni tra le varie istituzioni.Sono del parere che il Trattato di Lisbona potrà cambiare molto rispetto al passato nella misura in cui la società civile europea riconoscerà la propria esistenza.

Si dice che il nuovo trattato dota l’Unione europea del quadro giuridico e degli strumenti necessari per far fronte alle sfide del futuro e rispondere alle aspettative dei cittadini :

1. La Presidenza del Consiglio Europeo, anziché cambiare ogni 6 mesi, dura 2 anni e mezzo ed è affidata ad una persona che non abbia cariche nazionali, con la possibilità di essere rinnovata una sola volta. (primo Presidente di questo genere : Herman Van Rompuy)

2. Le sedute del Consiglio Europeo devono essere, in linea di massima, pubbliche per essere più trasparenti.

3.Il Presidente della Commissione europea è scelto dal Consiglio Europeo tenendo conto dei risultati delle ultime elezioni europee, con successiva investitura da parte del Parlamento europeo. (cio’ è avvenuto in data 9/2/2010: José Manuel Barroso)

4. Dal 2014 è prevista una modifica della composizione della Commissione europea : i suoi membri non rappresenteranno più tutti i gli Stati membri (27), ma solo i 2/3 di essi, con rotazione paritetica per modo che non ci sia un’assenza di più di un mandato per ogni Stato membro. L’intento è quello di introdurre più valenza soprannazionale e meno difese d’interessi nazionali.

5. E’ stato istituito un Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’UE (Catherine Ashton) ed alle sue dipendenze viene creato un Servizio europeo per l’azione esterna. Inoltre l’alto Rappresentante presiede il Consiglio dei Ministri degli Affari Esteri ai fini di ottenere più presenza unitaria dell’U.E. in campo internazionale.

6.Il Parlamento europeo estende i suoi poteri, poiché la codecisione viene estesa a più o meno 50 nuovi settori.

7. Tutte le decisioni in materia di mercato interno, politica agricola, pesca, immigrazione, provvedimenti di polizia, cooperazione giudiziaria, bilancio ed altre ancora sono prese dal Consiglio dei Ministri a maggioranza qualificata, che, dal 2014, diventerà doppia maggioranza, ossia rappresentante il 55% degli Stati membri ed il 65% della popolazione totale dell’unione.

8. Il voto del Consiglio dei Ministri resta all’unanimità in materia fiscale, di sicurezza sociale, di politica estera, di difesa e per l’approvazione del quadro finanziario pluriannale.

9.Benchè la politica sociale nel suo complesso rimanga di competenza primaria degli Stati membri, il nuovo Trattato estende il campo di decisioni in materia sociale, come per esempio : la previsione di dialogo sociale a livello europeo, della presa in conto degli aspetti sociali nelle decisioni delle varie politiche comunitarie, nel rispetto dei contenuti sociali della Carta dei Diritti Fondamentali, quest’ultima diventa parte integrante del Trattato

10. E’ previsto un diritto d’iniziativa  dei cittadini per cui un milione di essi puo’ presentare una richiesta di proposte della Commissione europea nelle varie materia di competenza dell’UE.

11.E’ confermata la possibilità di creare delle cooperazioni rafforzate ossia di fare passi avanti nel processo d’integrazione purchè ci sia un minimo di 9 Stati membri. Gli Stati membri che lo vorranno, potranno ritirarsi dall’UE

12.Nel nuovo Trattato figura anche la “clausola di solidarietà” tra gli Stati membri in caso di attacchi terroristici o di gravi calamità naturali

Se tutto quanto previsto dal Trattato di Roma puo’ essere considerato come più che positivo, rimane pero’ una questione fondamentale : quale posto occupa la società civile in tutta questa costruzione? La domanda puo’ sembrare superflua, se non che le stesse istituzioni europee hanno dovuto constatare  che non riescono a dialogare con i cittadini europei. Nel 2005 hanno lanciato il loro “piano D” (Democrazia, Dialogo, Dibattito). Dopo quattro anni, la valutazione ha messo in evidenza che il dialogo è sempre assente.

Ragione per cui, la nuova Commissione europea intende ravvivare il collegamento tra le popolazioni europee e l’UE per potenziare la legittimità e l’efficacia dell’Unione. I cittadini potranno intervenire in decisioni che ne influenzino la vita, tra l’altro garantendo la trasparenza del modo in cui vengono adottate. E le decisioni non mancheranno : l’adozione di una strategia economica vigorosa e coordinata a livello di UE, l’assunzione di un ruolo guida nella lotta al cambiamento climatico, potenziamento delle nuove fonti di crescita e di coesione sociale, far progredire l’Europa dei cittadini.

Quest’ultimo punto assume una grande importanza. E vero che ci sono i partiti politici che in linea di massima dovrebbero anche preoccuparsi di fare di quest’Europa un’Europa dei cittadini. Ma quanti sono i partiti che parlano di Europa se non per dire che tutte le cose che vanno male è per colpa dell’Europa. Quanti sono i partiti che in occasione delle elezioni europee innestano nel dibattito europeo delle questioni europee : sviluppo economico,sociale, culturale, immigrazione, questioni internazionali, programmi europei regionali, sociali, agricoli, ecc.Pensiamo anche a quali candidati vengono messi sulle liste elettorali europee, in genere sono tutte queste non desiderate a livello nazionale o che hanno finito la loro carriera politica nel loro paese o che stanno per iniziarla.

*Capo unità promozione prodotti agricoli Commissione europea