CONSIGLIO DIRETTIVO TERZIARIO DONNA – Confcommercio Roma, 22/03/2012 – Comunicato Stampa
Tutte le più importanti istituzioni mondiali ed europee, siano esse economiche che politiche, hanno sottolineato nell’ultimo anno lo stretto legame che sussiste tra la crescita, lo sviluppo di un Paese e la sua capacità culturale di tutelare le pari opportunità e l’uguaglianza di genere.
In particolare la Banca d’Italia, la Banca Mondiale e l’Ocse in occasione della recente ricorrenza dell’8 marzo hanno ribadito l’urgenza di istituire ed attuare meccanismi di limitazione della presenza maschile negli organi di potere, dirigenziali, soprattutto quando ciò avviene attraverso dinamiche di cooptazione, nella politica come nell’economia, ed in tutti i luoghi di lavoro.
Il Trattato di Lisbona prevede un tasso di occupazione femminile del 60%: in Italia purtroppo siamo ancora al 46%, mentre la Francia e la Germania non solo hanno raggiunto quella percentuale ma la hanno anche superata.
Il problema è anche relativo al “gap salariale” tra uomo e donna, ancora troppo alto in Italia: esso si aggira in media intorno al 5-8% lordo ma sale al 13% se includiamo le caratteristiche del lavoratore (il livello e la posizione in azienda). E questo dato negli ultimi anni è aumentato e non diminuito. C’è addirittura chi dice che annullare il differenziale tra uomo e donna porterebbe ad un aumento del Pil del 4%.
Il tema della parità di genere nei vertici aziendali così come nelle pubbliche amministrazioni è stato affrontato lo scorso 15 febbraio e poi ancora il 19 marzo dall’associazione Terziario Donna della nostra Confederazione con un Convegno dal titolo evocativo “Donne e Governance, un’impresa possibile”. All’evento hanno preso parte molti relatori autorevoli ed in particolare la presidente dell’associazione, Patrizia di Dio, che ha fatto un appello per una proporzionata presenza delle donne in tutti gli organismi di governance del Paese, che rispecchi la percentuale della popolazione femminile: “Quel 52% – ha detto – che oggi è scarsamente rappresentato”. L’obiettivo, che Terziario Donna Roma si sente di sposare a pieno, è quello di implementare la presenza femminile in tutti i livelli professionali, dagli enti locali alle società partecipate, perché è in ballo una questione di civiltà, cultura e merito, parole troppo spesso inflazionate e svuotate del loro vero significato.
E’ interessante scoprire, analizzando i vari settori professionali, il tasso di occupazione femminile. Per quanto riguarda la politica e gli enti locali, in Italia solo il 10% dei Comuni hanno un sindaco donna. Considerando che i Comuni sono circa 8000, significa che le donne sindaco sono appena 800.
In linea con questa tendenza, risulta che più del 75% dei municipi conta meno del 10% di donne nel proprio consiglio comunale (fonte Centro Studi Bankitalia Milano)
A questo proposito il Sindaco di Roma Gianni Alemanno ha dichiarato nei giorni vicini all’8 marzo che nei prossimi cda delle municipalizzate che andranno rinnovati (Risorse per Roma, Roma Metropolitane, Equa Roma e Agenzia per la mobilità) sarà prevista la nomina di almeno il 20% di donne: un’anticipazione della legge nazionale che prevede questo dato a partire dal prossimo giugno.
La situazione non è migliore nel mondo bancario e degli istituti di credito: infatti l’Italia è classificata agli ultimi posti nella lista dei Paesi con minor tasso di presenza femminile nei cda delle banche.
La scarsa considerazione della donna nel mondo del lavoro contrasta, in qualche misura, con il dato sull’imprenditoria femminile in Italia ed in particolare nel nostro territorio. A Roma e Provincia si contano, fonte Osservatorio Unioncamere, circa 98 mila imprese create e gestite da donne. La dimostrazione che le donne a Roma e nel Lazio sono capaci di innovare e trovare risposte efficaci alla crisi, agendo con disinvoltura nel mercato del terziario. Il primato della nostra regione nel 2011 rispetto al dato nazionale è rilevante, sia in termini percentuali che assoluti: nell’ultimo anno sono nate 1.785 nuove aziende guidate da donne con una crescita dell’1,3%
Roma insomma è la prima provincia italiana per numero di imprese rosa pur sussistendo uno scarto notevole nel Lazio dove il 60,3% delle Imprese è maschile, il 15,6% è femminile ed il 24% neutro.
Oggi il peso delle imprese rosa sul sistema produttivo provinciale si attesta attorno al 21,8%, il nostro obiettivo è quello di far crescere ancora questo dato.