non c'è libertà senza passione!

Presidente della Francia Francois Holland In Francia con 249 sì e 97 no, l’Assemblea nazionale ha approvato l’articolo uno del progetto di legge che legalizza i matrimoni omosessuali. I deputati, infatti, hanno dato il via libera alla norma che ridefinisce il matrimonio come “accordo tra due persone di sesso diverso o del medesimo sesso”. Niente più discriminazione tra etero e omosessuali: non ci sarà più l’esigenza di una differenza di sessi tra due persone come condizione imprescindibile a sancire il diritto al matrimonio.

Il disegno di legge, promosso dai socialisti del presidente François Hollande, che aveva fatto di questa promessa uno dei punti chiave della sua campagna elettorale, è stato fortemente avversato sia dal centro-destra, sia dal mondo cattolico, timorosi delle possibili conseguenze dell’entrata in vigore di questo provvedimento. La preoccupazione maggiore del centro-destra pare sia quella che simili iniziative possano promuovere nuove battaglie, come quelle per la procreazione assistita e gli uteri in affitto, pratiche alle quali il governo si è, tuttavia, detto contrario.

La votazione non è stata semplice ed è stata preceduta da un lunghissimo dibattito. L’iter legislativo non è ancora concluso: i deputati francesi continueranno nelle prossime settimane la discussione del progetto di legge, sul quale sono stati presentati migliaia di emendamenti.

L’introduzione del matrimonio omosessuale, in realtà, è un nuovo passo in avanti in materia di uguaglianza e civiltà: infatti, già dal 1999 la Francia ha legalizzato le unioni civili (Pacs), facendo da pioniere in Europa per mostrare il cammino da fare, un cammino ancora tanto lungo e tortuoso in Paesi come il nostro. Un cammino che oggi, però, rende orgogliosa una parte cospicua della Francia. Secondo gli ultimi sondaggi, infatti, una vasta maggioranza dei francesi, ben il 63%, sostiene i matrimoni gay, mentre più basso, il 49%, sarebbe il sostegno alle adozioni.

La tappa francese segna una svolta: affermare l’uguaglianza dei diritti significa tracciare un sentiero importante e necessario per combattere l’omofobia, le violenze e le discriminazioni.

Christiane Taubira, l’agguerrito e tenace ministro della Giustizia francese, relatrice del progetto di legge chiamato «Matrimonio per tutti», subito dopo la votazione, ha dichiarato: «siamo onorati e fieri di aver superato questa prima tappa. Noi affermeremo la libertà per tutti di poter scegliere il proprio partner con cui costruire un avvenire comune. Non c’è alcuna ragione che lo stato non garantisca i diritti del matrimonio» anche alle coppie gay.

Scendere in piazza o promuovere campagne di lotta contro l’omofobia non basta a combattere il pregiudizio: c’è bisogno di sforzi concreti che si muovano nel solco della giustizia sociale, per ribadire l’uguaglianza di tutti i cittadini, al di là delle loro scelte in materia sessuale.

La Francia ha oggi fatto rispettare i principi della République: una delle tre parole simbolo della Rivoluzione Francese, égalité, è stata scandita per celebrare una delle più importanti riforme del mandato del Presidente Hollande. Dopo la votazione, i deputati socialisti sono, infatti, scattati in piedi, applaudendo per lunghi minuti ed esclamando ripetutamente proprio “égalité, égalité”. Si tratta, infatti, di diritti: diritti all’uguaglianza, niente più, niente meno.

Ogni cittadino, eterosessuale o omosessuale, ha il diritto e la libertà di unirsi a un’altra persona, creando una famiglia e proteggendo la loro unione attraverso gli stessi, identici, diritti. Non sarà un matrimonio a sancire l’amore tra due persone ma è giusto che ciascuno possa scegliere liberamente di contrarre o no questo legame e di costruire il proprio avvenire come meglio ritiene.

di Giuseppina Amalia Spampanato