non c'è libertà senza passione!

di  Anna Partucci

(foto tratta dalla campagna Amnesty International)

La giornata internazionale contro la violenza sulle donne rappresenta     un’iniziativa importante, una scelta necessaria, irrinunciabile per la costruzione di una società migliore.

Non possiamo dimenticare i debiti che l’umanità ha verso i suoi figli più deboli, verso coloro che sono diventati vittime e martiri di sistemi perversi, nati dall’arbitrio criminale di qualche scellerato. La violenza, mai come oggi, è una realtà sempre più presente in mezzo a noi, non solo come parola, ma soprattutto come esperienza di vita.

Dati allarmanti giungono dai mass media, ogni giorno invasi di cronaca nera, sulla condizione della donna nella società odierna: uccisioni, stupri, pestaggi, allontanamenti innaturali e misteriosi e, non ultimi, i casi di stalking. Non è tutto: sono aumentati i casi in cui è proprio la famiglia, la sacra istituzione, embrione della nostra società, a conoscere la voce del verbo “violare”, con tutti i suoi risvolti più raccapriccianti. Sono tanti i nomi di ragazze e donne soppresse dalla mano dei propri cari: Sara Scazzi, Melania Rea, Lucia Manca, Maria ed Elisabetta Belmonte e tantissime altre.

Non bisogna dimenticare, inoltre, le realtà difficili vissute da donne costrette a condurre uno stile di vita consono al culto religioso imposto dalla famiglia, per paura di essere uccise dalla mano del proprio padre, mentre invece vorrebbero sentirsi libere di sperimentare esperienze differenti di carattere sentimentale, culturale e in alcuni casi anche di carattere politico-religioso.

Che valore ha la vita di una donna, di una moglie, di una figlia, di una nipote? Nessuna motivazione, tanto valida e importante, può legittimare atteggiamenti cruenti ed efferati ai danni di qualunque essere umano. La violenza sulle donne è un atto ancor più inumano e crudele, perché reprimere una donna significa violare la sacralità di un corpo geneticamente concepito per generare vita. Uccidere una donna significa uccidere simbolicamente e anche di fatto la vita e così il futuro della specie.

La giornata internazionale contro la violenza sulle donne nasce per non dimenticare nessuna forma di violenza, come monito per le generazioni future, per insegnare a tutti che la dignità della donna va preservata insieme alla sua vita. Quest’iniziativa serve a tante donne vittime di violenze ad uscire fuori dall’ombra e a lottare per se stesse e per tutte le donne, in nome del diritto, concesso ad ognuno, di condurre una vita sana e migliore, contro ogni forma di ostracismo verso questo delicato tema. Ammettere l’esistenza di un problema rappresenta il primo passo verso la sua soluzione. Continuando su questa strada di rivelazione e di denuncia, troveremo nuovi sistemi per frenare in modo capillare ogni tipo di violenza ai danni delle donne, giungendo a creare una società più sicura. Se vogliamo un futuro migliore dobbiamo attivarci affinché già il nostro presente risulti accettabile, e, grazie all’ONU, dal 1999 si stanno compiendo molti passi in avanti.

Non c’è progresso senza conoscenza e senza rispetto delle regole.

Per rispettare quello che si ha intorno, in primis bisogna imparare a dare dignità all’umanità che è in noi e riconoscerla in chi ci sta accanto.