Le seduzioni della Luna di Martin Riwnyj e Carlo Cordua , due artisti tra loro compatibili per assonanze o complementarietà…
…sono gli interpreti della mostra che introduce la serie “protagonisti a confronto” concepita da Italarte e che sarà inaugurata il prossimo 18 novembre presso la Silber Gallery di viale Regina Margherita a Roma.
La retrospettiva che si concluderà il prossimo 4 dicembre, come narrato già dal suo titolo, mette in risalto l’aspetto poetico legato alla Luna e la particolare atmosfera che essa emana nelle opere dei due artisti.
L’elemento si concretizza nei quadri degli autori, in modo rintracciabile dal semplice riscontro visivo o dalle particolari vibrazioni intime e psicologiche che si riscontrano nel loro animo.
Se pur diversi nei loro percorsi, i due artisti mostrano un sentimento legato all’amore per la natura che partendo proprio dalla Luna, nel caso di Cordua si esprime in paesaggi apparentemente privi di presenza umana e nel caso di Riwnyj si incentra in figure con sfondo cittadino, anche qui, solo apparentemente distaccate da aspetti naturalistici e omologate a situazioni di alienazione urbana. Il pubblico in un percorso legato da un sottile file rouge potrà scoprire nelle loro espressioni artistiche, al di là di una prima lettura superficiale, velate allusioni, profonde denunce, dolenti disagi, che riguardano la qualità della vita spesso subdolamente minacciata dal progresso senza controllo.
Sotto l’aspetto tecnico entrambi gli artisti si affidano a una pittura a olio di classica realizzazione, pur mostrando ciascuno una personalizzazione spiccatissima nella stesura del colore, nell’impostazione delle campiture, nella formulazione dell’immagine, modulata con padronanza tra dolcezza e incisività espressionista. Si tratta di una mostra curiosa e interessante che coinvolge due personalità decise, mature e a tutto tondo, che però dal confronto, traggono, facendole risaltare, molte piccole rivelazioni che sapranno catturare lo spettatore, il quale si sentirà protagonista e parte integrante della stessa esposizione.
di Monica Guido