non c'è libertà senza passione!

di Anna Caterino

foto di Riccardo Cattani

foto di Riccardo Cattani

Un tempo la tipica paffutezza infantile era letta come chiaro simbolo di sanità del bambino. Una concezione radicata soprattutto nel sud-Italia post seconda guerra mondiale. Spingerli a mangiar di continuo, quasi ad ingozzarli, era il tipico gesto affettivo di nonne e mamme chiocce. Ma oggi il problema dell’obesità infantile è una piaga che va aldilà di tali usanze ed è esteso nella nostra penisola indiscriminatamente da nord a sud: difatti circa il 12% dei bambini italiani è in forte sovrappeso. Tra le cause di tale fenomeno c’è una diffusissima diseducazione alimentare, che viene trasmessa direttamente dai genitori, e la sedentarietà. I bambini passano ore seduti tra lo studio e l’uso dei videogame, nutrendo quasi una forma di avversione verso il moto o le attività ginniche. Il cibo spazzatura tra l’altro viene pubblicizzato in maniera martellante invogliando di continuo alla tentazione ed è anche per questo che il ministero delle politiche agricole e forestali, in comune accordo con la pubblica istruzione, ha creato una serie d’iniziative mirate alla rieducazione alimentare e alla conoscenza dei metodi di coltivazione.

Dal 2009 infatti è partito un progetto scolastico chiamato “frutta a scuola” che ha subito entusiasmato bambini e mamme oltre che il corpo insegnanti, tanto da esser stato riconfermato anche nel 2012 con un numero maggior di circoli didattici aderenti rispetto all’anno precedente. Pezzetti di frutta fresca stagionale (ma anche di verdure quali: carote, finocchi, sedano, pomodorini) lavati e imbustati in piccole porzioni singole pronte per essere consumate. Distribuite durante l’orario delle lezioni diventano un’alternativa alle merendine ricche di grassi idrogenati o agli untuosi prodotti di rosticceria. Complice poi la novità che ha stuzzicato la proverbiale curiosità infantile, l’operazione sembra esser un ottimo punto di partenza per il cambio delle abitudini culinarie.

Al via anche laboratori manuali (sempre integrati nell’orario scolastico) dove gli alunni si cimenteranno nella cura di piccoli orti e visite guidate ad aziende agricole di stampo biologico, che potranno permette loro di apprendere meglio il processo di maturazione e coltivazione di ortaggi e frutta. Apprezzandone di conseguenza le proprietà benefiche che apportano all’organismo. Inoltre da gennaio 2012 l’educazione alimentare sarà studiata anche dagli alunni di scuola superiore, non sarà inoltrata come nuova materia, ma si apprenderà trasversalmente attraverso materie come le scienze, la geografia e l’educazione fisica.

Insomma, una vera e propria guerra ai chili di troppo dei nostri bambini. Va ricordato che l’obesità. oltre che danneggiare in maniera grave il loro corpo, può minare anche la loro psiche. Un bambino obeso spesso è oggetto di scherno da parte dei coetanei. Una condizione di disagio che lo fa soffrire non poco e che di conseguenza colma con il cibo, innescando così un circolo vizioso che a volte può durare per tutta la vita. Quindi è l’equazione bimbo sano uguale bimbo felice il promemoria che i genitori moderni non devono sottovalutare .