non c'è libertà senza passione!

di Adriana Matone

foto di Riccardo Cattani

Poter scandire il tempo è sempre stata un’esigenza dell’essere umano per differenziare lo scorrere della giornata altrimenti indifferenziata.  Le uniche certezze provenivano dai fenomeni astronomici.

Il primo modo per mettere un argine al tempo fu individuato nel giorno: ad un periodo di luce seguiva inevitabilmente un periodo di buio. Ma questa misurazione bastò fino a quando l’uomo non divenne sedentario, e realizzò che senza riuscire a predire i cambiamenti stagionali era impossibile seminare e fare i raccolti.

Volgendo gli occhi al cielo osservò i fenomeni naturali che avvenivano a intervalli regolari: il sorgere e il tramontare del sole, le fasi della luna, il ritorno periodico di una stella o di un’intera costellazione.

Anche il ritmo della natura e degli animali aiutò l’uomo nella sua conquista del tempo: nelle ore inoltrate della notte le bestie riposavano e solo verso il primo mattino riprendevano a mangiare la paglia o il fieno. L’unica sveglia era il canto del gallo.

Con il passare delle generazioni l’essere umano dimenticò la natura e la campagna e divenne sempre più un manager incallito senza orari, confuse il giorno con la notte, lasciò da parte la scansione del tempo per entrare nell’era dell’iperproduttività.

Oggi però l’alba di un nuovo modo di sezionare sta giungendo: i social network.

Ebbene sì, proprio loro. Dallo sguardo al cielo hanno incollato il nostro sguardo sullo schermo del computer, del tablet, dello smartphone, e il tempo ormai è nelle loro mani: la mattinata tutti a seguire i trend di twitter, la pausa pranzo a postare foto su Instagram e la sera a discutere con gli amici su facebook.

E pensare che avevamo paura dell’invasione degli alieni…