non c'è libertà senza passione!

Un campanello d’allarme è suonato per i piccoli risparmiatori italiani,  merito, si fa per dire, del crack delle quattro banche che hanno emesso titoli tossici, mettendo sul lastrico tanti poveri cristi.

Un giro in banca per dare un’occhiata agli stentati soldi di una vita, messi da parte per il futuro, è stato fatto.  E qualche sorpresa c’è stata. Certo, non clamorosa come per i clienti della Banca Etruria e delle altre, ma significante. Quanto ti aspetti vicino ai tuoi risparmi il segno più, eppoi ti trovi un meno è sempre un piccolo dramma. Chiedi conto a chi ti ha consigliato, argomentando che non volevi speculare ma solo proteggere il tuo capitale. Le risposte più o meno si equivalgono: le fluttuazioni del mercato, l’economia  cinese in crisi, la Volkswagen, e via dicendo.  Ma, dice l’impiegato che ti ha consigliato certe operazioni, miglioramenti ci potranno essere prossimamente: speriamo!

Sul fronte del governo la botta in testa c’è stata. Sul banco degli imputati il ministro Maria Elena Boschi, colpevole d’essere la figlia del vice presidente della Banca Etruria e di essere per questo motivo in conflitto d’interesse. La Camera ha respinto la mozione di sfiducia ma la polemica incombe su palazzo Chigi. E Matteo Renzi capisce bene che il momento non è dei migliori e allora alza il tiro. Lo fa sparando sulle opposizioni per lo sciacallaggio bancario e difendendo il decreto “che è servito per risolvere un problema” serio salvando, tra l’altro, posti di lavoro. Ma, sostiene, “in Italia ci sono troppe banche, troppe poltrone, troppi direttori generali..” e, quindi,  “il sistema delle banche italiane va ripensato”. Come non lo dice, si limita ad annunciare l’unificazione delle banche di credito cooperativo. Per il presidente del Consiglio una cosa è certa: “Dove c’è conflitto d’interesse questo governo non guarda in faccia nessuno.” Altra mossa a sorpresa è l’affidamento a Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, di tutta la “partita” degli arbitrati per gli eventuali risarcimenti ai risparmiatori truffati. E Bankitalia e la Consob? Tutti gli interessati precisano che ci sarà massima collaborazione tra le parti, nessuna incomprensione con il governo e via dicendo. Comunque, Renzi il segnale mediatico di discontinuità  l’ha dato. E non può essere considerato solo un caso che il riservato governatore di Bankitalia, Vincenzo Visco, concede interviste e va in tivù a precisare che l’incontro con il Capo dello Stato era previsto da tempo e lui non ha mai offerto le dimissioni a Mattarella che questi avrebbe respinto. Insomma, al di là di quello che dicono gli interessati, il clima non è dei migliori e le probabili prossime iniziative della magistratura non certo  aiuteranno a rasserenarlo.

C’è poi la Commissione d’inchiesta parlamentare richiesta dalle opposizioni e subito accettata dal presidente del Consiglio. Dovrà far luce su tutta la complessa materia. Ma essa avrà i poteri propri della magistratura inquirente o sarà solo una Commissione d’indagine? Un interrogativo che va sciolto nei prossimi giorni e che potrebbe portare altri problemi all’ex sindaco di Firenze.

Resta il fatto inequivocabile che la vicenda delle quattro banche fallite, e salvate, si porta dietro una serie d’interrogativi che vanno chiariti nella massima trasparenza a tutela della credibilità del nostro sistema bancario.

di Elia Fiorillo