non c'è libertà senza passione!

The Bling RingE’ arrivato nelle sale (il 26 Settembre) il nuovo film di Sofia Coppola, The Bling Ring. Figlia d’arte, la regista di Somewhere, Leone d’oro a Venezia nel 2010, ama particolarmente focalizzare nelle sue pellicole l’attenzione sulla popolazione giovanile. Infatti The Bling Ring prende spunto da una storia vera: quattro ragazze e un ragazzo, tra il 2008 e il 2009, si intrufolarono nelle ville dei divi di Los Angeles per derubarli di scarpe, vestiti, gioielli per un totale di tre milioni di dollari. Cambiando i nomi dei protagonisti (l’intenzione della regista non era certo quella di fare un documentario), la Coppola, colpita dall’ossessione per la celebrità dei teen, ha costruito la sceneggiatura proprio partendo dalle trascrizioni delle interviste e degli interrogatori di questa banda di adolescenti che volevano “giocare” a fare le star.

Il cast, più giovane che mai, vede come protagonisti la Ermione di Harry Potter, una Emma Watson ormai cresciuta e sicura di sé, e altri giovani attori alle prime esperienze. La Watson, che interpreta Nicki, una ragazza cinica e spudorata ma nello stesso tempo ingenua perché non si rende conto del pericolo che corre postando le foto della refurtiva su Facebook, si è preparata prima di partecipare al film.

La sua ricerca si è focalizzata sui reality («Ne ho visti tantissimi», afferma l’attrice) perché la protagonista del film sfrutterà la fama ottenuta con i furti per sfondare nel mondo della televisione e dei reality. La regista di Lost in translation e Maria Antonietta con il suo ultimo film ha voluto descrivere la parabola di una generazione cresciuta a pane e reality e ossessionata da moda e celebrità. Si è focalizzata su quello che lei chiama «il lato più patetico di Hollywood»: «Giovani che davano per scontato che sarebbero diventati famosi e che avrebbero avuto la loro griffe, come le loro vittime, e che sarebbero stati cool come Lindsay o Paris. Insomma il tipico prodotto della cultura televisiva. Chissà cosa sarebbe diventata questa storia nelle mani di Andy Warhol…». La Coppola in questo film descrive un fenomeno dilagante e che a tratti spaventa: gli adolescenti, mossi dal bisogno continuo di condivisione sui social network, si identificano in determinati modelli di celebrities da cui sono ossessionati. Ci si può liberare da questa fantascientifica ossessione?

di Chiara Selleri