non c'è libertà senza passione!

di Adriana Matone

Una lotta non violenta. Attraverso le parole. Una battaglia per difendere un popolo dalla repressione dittatoriale. Il coraggio di una donna straordinaria.

Così il regista francese Luc Besson ci presenta la figura bellissima e complessa di Aung San Suu Kyi, un’eroina che ha sacrificato tutto in nome della giustizia e della democrazia nel suo paese, la Birmania. Lo fa raccontandone le peripezie di chi, prima casalinga e scrittrice in Inghilterra, si vede catapultata nel suo Paese nella corsa al potere che potrebbe far crollare un regime dittatoriale tra i più violenti e sanguinari della storia.

Fondatrice nel 1988 della Lega Nazionale per la Democrazia, viene costretta agli arresti domiciliari già dall’anno successivo e messa in condizioni di tornare libera a patto di lasciare la Birmania. La donna rifiuta e viene eletta dal suo popolo nel 1990, chiamato al voto dallo stesso regime militare che però decide di invalidare il voto e di riprendere le redini del potere. E’ il 1991 e Aung San Suu Kyi vince il Premio Nobel per la Pace che non può ritirare a causa del suo stato di detenzione.

Cominciano così anni di isolamento forzato, di lontanza dal marito, che ha agito sempre dall’Inghilterra per sensibilizzare il mondo alla situazione birmana, e dai figli adolescenti, di sofferenza e di lotta, in cui questa donna straordinaria non si arrende alle repressioni e ai ricatti del regime dittatoriale e continua la sua azione politica.

Il caso di Aung San Suu Kyi è divenuto negli anni di dominio internazionale, tanto che gli Stati Uniti d’America e l’Unione Europea hanno fatto grosse pressioni sul governo militare birmano per la sua liberazione, arrivata in via definitiva solo il 13 novembre 2010 proprio durante le riprese di questo film; purtroppo una liberazione solo di facciata visto che non ha più un ruolo politico e che il suo partito è stato sciolto per impedirle di esercitare il suo ruolo di Primo Ministro.

Questo non cambia il fatto che questa donna ha mostrato al mondo che esiste un altro modo per portare avanti le proprie battaglie in nome della libertà.

A vestire i suoi panni una meravigliosa Michelle Yeoh, capace con un’interpretazione magistrale attraverso cui ne raffigura la grazia, il composto dolore e la testardaggine di una donna fuori dal comune.

Il 23 marzo il film uscirà nelle sale italiane. Il 1 aprile ci saranno le elezioni in Myanmar.

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