non c'è libertà senza passione!

di Chiara Selleri

Immagine tratta dal Blog Tuniasian Gilr

Immagine tratta dal Blog Tunisian Gilr

Tunisian girl. Così si chiama il blog di Lina Ben Mhenni, attivista tunisina. La giovane ventinovenne ha aperto il blog in occasione della rivoluzione dei gelsomini che ha scosso la Tunisia nel 2011. Le sue denunce ancora non si sono fermate: ora lotta per i diritti delle donne che nel suo paese sono spesso violati. Crede nella libera informazione. Il suo sogno? «Difendere i diritti umani e aiutare la gente».

12 Novembre 2012. Nell’ambito del confronto tra i candidati alle primarie del Partito Democratico, andato in onda in prima serata su Sky TG 24, Matteo Renzi, sindaco di Firenze, sceglie come figure politiche di riferimento la blogger tunisina Lina Ben Mhenni e Nelson Mandela.

Tutti sanno chi sia Nelson Mandela; ma chi è Lina Ben Mhenni? La ventinovenne attivista tunisina ha lottato, durante la rivoluzione dei gelsomini nel 2011, contro la dittatura di Ben Ali che ha reso la Tunisia un paese di “quasi mafia”. Grazie alle proteste di molti giovani laureati ma disoccupati, il regime di Ben Ali è caduto ma, secondo la blogger tunisina, la situazione non è cambiata. Nonostante la vittoria alle elezioni dell’Ottobre 2011 di un partito islamico, Lina Ben Mhenni spiega, in un’intervista a La Repubblica, che il rinnovamento della classe politica non si è ancora avviato e che «i politici pensano a ottenere il potere, non si preoccupano dei bisogni della gente. E le persone che facevano parte del vecchio regime si stanno già riciclando con i nuovi partiti». Il volto della rivoluzione tunisina afferma che non ci si può fidare del nuovo partito al potere che, apparentemente moderato, pian piano tenterà di cambiare il codice di Stato civile e riformare la Costituzione che difende i diritti delle donne. In realtà, in questi ultimi mesi del 2012, il partito islamico sembra essere in balia dei salafiti jihadisti che sono la versione integralista dell’islam. Quotidianamente squadre di salafiti minacciano e attaccano politici, sindacalisti, artisti, intellettuali, femministe perché considerati lontani dai dettami religiosi dell’islam. Durante questi anni, però, le proteste e le manifestazioni della società tunisina non si sono mai fermate.

Ora, a più di un anno di distanza dalla «rivoluzione della dignità», come lei ama chiamarla, Lina Ben Mhenni si batte per i diritti delle donne in un paese come la Tunisia dove questi continuano ad essere violati. Il mezzo che l’attivista utilizza è sempre lo stesso: internet. Infatti, durante la rivoluzione dei gelsomini, la Ben Mhenni ha aperto un blog, Tunisian girl (che è anche il titolo di un libro da lei pubblicato), attraverso il quale diffonde le informazioni: denuncia abusi, contesta prepotenze, coordina azioni di protesta e, per questo, si è conquistata fin da subito l’etichetta di dissidente. La blogger tunisina rivendica l’importanza dell’informazione contro una stampa sottomessa che non fa altro che elogiare il governo; non resta nascosta dietro lo schermo del pc ma ci mette la faccia e paga di persona. Infatti, proprio per le sue coraggiose proteste, è stata aggredita da tre poliziotti che hanno cercato di violentarla nell’aprile del 2012, dopo aver ricevuto esplicite minacce di morte. Nonostante ciò, Lina Ben Mhenni continua la sua vita di sempre: candidata al premio Nobel per la pace nel 2011, la blogger dissidente insegna all’università dove si confronta con i suoi studenti e viaggia molto per diffondere la verità su ciò che accade nel suo paese. Il suo sogno è «difendere i diritti umani e aiutare la gente» e, per questo, non smette di essere la voce dei giovani che desiderano ardentemente il cambiamento.