Un Cuore per Castelli, un ritorno alle origini, un viaggio dentro se stessi alla ricerca di archetipi e significati dettati dall’inconscio collettivo…
Dopo gli ultimi tragici eventi che hanno colpito l’Abruzzo, in particolare l’entroterra teramano dove sorge Castelli (TE) uno dei più antichi centri della ceramica italiana, il gruppo di studio di Terra in collaborazione con la Pro loco di Castelli ha promosso tramite una pagina facebook chiamata di Terra l’iniziativa della vendita di Un Cuore per Castelli
Perché un Cuore per Castelli?
Arriva inevitabile, come un sibilo di vento, la domanda riguardo a cui cercherò di dare una risposta del tutto personale nella speranza di suscitare in chi legge un ritorno alle origini, un viaggio dentro se stessi alla ricerca di archetipi e significati dettati dall’inconscio collettivo, espressione autentica di sentimenti che oggi spesso, troppo spesso, si esprimono solo con un clic.
Correre il rischio di banalizzare l’evento con la produzione artigianale di un cuore, la cui forma oggi ritroviamo sul mercato realizzata in tutti i modi come espressione di amore romantico, un po’ sdolcinato e melenso, con annessa perdita del significato più autentico mi conduce a rintracciare significati e letture lontane per non dimenticare che la ceramica è un’arte antica quanto l’uomo e per ricordare che siamo tutti di Terra e che la terra rappresenta la fertile Madre da cui nasce la vita.
Un Cuore in Ceramica quindi è qualcosa di più, legato oggi ad un evento distruttivo assume un significato più profondo che espresso in ceramica comunica un ancestrale messaggio. Perché quest’arte nasce dai quattro elementi vitali della Terra ed è la tecnica della Natura che si fa arte attraverso le mani e le idee dell’uomo.
Sappiamo anche che la potenza del simbolo è quella di rappresentare significati universali che nel tempo assumono nuovi significati senza perdere mai la memoria.
Gli antichi Egizi usavano un geroglifico a forma di vaso per indicare sia il cuore che il verbo creare connettendo così la figura del ceramista con la divina creazione. Il cuore era considerato la sede dell’anima ed il luogo dell’intelligenza intuitiva e indicava la spinta dell’essere umano all’istinto di trascendere.
Analizzando così le varie simbologie lo ritroviamo in tutte le culture, religiose ed esoteriche, oscillanti tra il sacro e il profano. Partendo dal Sacro Cuore simbolo cristologico dell’ amore di Gesù per gli uomini, passando al simbolo tantrico dello Yoni, al seme di Silfio, fino alla mitica coppa- contenitore del Santo Graal collegata alla donna dispensatrice di vita, si arriva all’associazione con il triangolo rovesciato o triangolo pubico.
Il rimando al potere femminile, a quel divino femineo, testimoniato dalle splendide Veneri Steatopigie dell’Europa neolitica pervasa da un culto matristico, mi conduce fino alle ‘pietre-vulva’, reperti archeologici che hanno un chiaro legame con il Triangolo pubico, spesso tinte di pittura ocra o rossa come chiaro riferimento al ciclo mestruale.
Il legame morfologico con il Cuore, che nel suo movimento circolare è sicuramente uno dei simboli dell’universo femminile , è innegabile ed è per questo connesso alla Natura femmina che con il suo triplice volto di Madre crea, distrugge, ma per fortuna rigenera.
Ed è proprio nell’evocazione al potere rigenerativo della Madre Terra, così radicalmente presente a Castelli , che a mio parere si può individuare la forma archetipa del cuore, come un richiamo iconico votivo teso al risveglio del potere rigenerativo della Natura, una forma usata oggi per soccorrere un luogo colpito più che mai dal suo potere distruttivo e che invoca a tutti noi un aiuto alla Rinascita.
Giulia D’Ignazio