La battuta è significativa nella sua ferocia: In Italia di legale c’è solo l’ora. Appunto, l’ora legale. La percezione della legalità, la stessa etimologia della parola, può risultare ambigua. E, spesso, il vocabolo viene usato a sproposito secondo convenienze personali o di casta. “L’essere conforme alla legge e a quanto è da questa prescritto è il significato del termine legale. Ma la consonanza alla legge non vuol dire certezza di giustizia. Insomma, di cose da approfondire sulla “legalità” ce ne sono tante.
Proprio per evitare superficialità di giudizi, nonché generalizzazioni globalizzanti nel loro pressapochismo – fino al punto da reputare che nel nostro Paese niente è legale -, l’ Istituto di studi politici San Pio V ha voluto realizzare un Osservatorio sulla legalità. L’iniziativa nasce con l’intento di dare continuità e maggiore visibilità di ricerca e di analisi dell’Istituto sui temi della legalità, favorendo la crescita del senso di consapevolezza collettiva intorno a principi e questioni di natura etica e giuridica. Bella scommessa, che sottintende un impegno gravoso.
La presentazione dell’Osservatorio è avvenuta a Roma alla presenza di personalità del campo giuridico, giornalistico, del sindacato, della cultura. L’idea di una struttura di osservazione, ma anche di riflessione e di proposta nasce, afferma il presidente dell’Istituto San Pio V Antonio Iodice, dal fatto che “si fa un gran parlare di legalità, ma alla declamazione seguono troppe manifestazioni – anche altisonanti e velleitarie – che non lasciano dietro di sé alcuna traccia positiva nella direzione di una crescita del senso di consapevolezza collettiva di quel bene sostanziale per la vita della comunità che è appunto la legalità, unico presidio dell’etica pubblica”. Non a caso l’Istituto ha realizzato nel 2012 una ricerca sulla “legalità imperfetta” i cui risultati sono stati pubblicati in un volume dal titolo La legalità ambigua, edito dall’editore Giappichelli di Torino.
Sostiene il prof. Giuseppe Acocella, coordinatore del Comitato tecnico scientifico dell’Osservatorio: “Il Novecento – percorso dall’insidia della crisi della certezza del diritto e dalla sfiducia, generata dai totalitarismi, nella difesa legale contro l’arbitrio – ha mostrato con crescente evidenza la possibile evanescenza degli elementi che fondavano il principio di legalità, rendendola “ambigua”, cosicché solo i principi costituzionali sembrano poter ancorare l’ordinamento giuridico e sociale al principio di legalità nella democrazia pluralista e alla costante ricerca di un etica pubblica condivisa”.
L’Osservatorio pubblicherà dal 2014, all’inizio di ogni anno, un volume di Materiali per una cultura della legalità, sempre per i tipi dell’editore Giappichelli.
Un ruolo difficile, di primo piano, insostituibile nella gestione di fatto della legalità, lo hanno i magistrati. Di loro, con un pizzico di malizia, diceva Giulio Andreotti: “La legge è uguale per tutti, tranne per i magistrati. Forse perché nei tribunali ce l’hanno scritto alle spalle e fanno fatica a girarsi”. “Chi come me si occupa di controversie tributarie – dichiara Antonio Merone, presidente di sezione della Corte di Cassazione -, spesso deve fare una scelta tra le ragioni del diritto e quelle dell’economia, per poi scoprire che anche la scelta ispirata a ragioni economiche ha la sua radice in una metaregola giuridica. Penso ai problemi dell’ abuso del diritto o dell’ elusione fiscale, in relazione ai quali si assume che il rispetto formale delle norme non garantisce il rispetto della legalità”. Per il presidente Merone: “Da quando Godel ha dimostrato la incompletezza dei sistemi matematici, si può ritenere che le ambiguità e le lacune che porta con sé il principio di legalità non siano di per sé idonee a mettere in crisi il principio stesso”.
L’Osservatorio sulla legalità si comporrà di sei “sezioni”: Fondamenti culturali; Pubblica amministrazione; Società; Istituzioni e federalismo; Legislazione comunitaria e diritto interno; Comunicazione. Sono previste diverse adesioni all’iniziativa promossa dall’Istituto San Pio V tra cui l’ Associazione Libera, la Filca Cisl, l’ Osservatorio sulla Camorra promosso dalla Fondazione Domenico Colasanto, il Sindacato scrittori italiani aderente alla Cisl.
L’attività dell’Osservatorio, tra l’altro, si concretizzerà nel costante aggiornamento del portale web sulle “cronache” della legalità nel nostro Paese.
di Elia Fiorillo