non c'è libertà senza passione!

di Michele Ottati*

La presente riflessione non si propone di essere esaustiva. Per via della mia storia personale, figlio di un emigrante contadino, trasformatosi dall’oggi all’indomani in  un minatore nelle miniere del Limburgo belga, nutrivo da giovane una profonda passione per l’Europa. Nel frattempo, cioè dal 1976, sono funzionario presso la Direzione Agricoltura della Commissione dell’Unione europea. Cosa mi è rimasta di quella passione ?

Per me, il progetto europeo andava ben oltre la sola dimensione economica iniziale della costruzione europea. Il Trattato di Roma del 1957 parlava  dei valori di pace, libertà, giustizia e solidarietà e voleva far progredire questo progetto verso l’Europa dei cittadini.

Dopo quasi 60 anni di integrazione progressiva, si deve ammettere che siamo un continente di democrazie stabili con il più grande sistema democratico transnazionale del mondo, siamo una comunità di diritto, dotata di un solido assetto istituzionale, abbiamo un’economia sociale di mercato, abbiamo una ricchezza di risorse umane che ci consente di essere all’altezza di quanto meglio si fa nel mondo nel campo dell’industria manifatturiera, dell’agricoltura e dei servizi, disponiamo di un mercato unico sofisticato, abbiamo una moneta unica, che si è dimostrata un’ancora di stabilità, godiamo di una posizione di prestigio nel mondo: paesi di tutto il globo guardano all’UE per averne ispirazione e guida.

Nel campo dell’Europa dei cittadini, progressi da gigante sono stati effettuati. Basti pensare al diritto di circolare liberamente, lavorare e risiedere ovunque nell’Unione europea, al sistema di riconoscimento reciproco dei diplomi di istruzione superiore, alla possibilità di trovare lavoro nei servizi sanitari, nell’istruzione ed in altri servizi pubblici dei vari paesi dell’Unione, nella possibilità di ottenere dalle autorità nazionali una tessera sanitaria europea.

Va ricordato che ogni cittadino dell’Unione europea ha il diritto di voto e di candidarsi alle elezioni comunali dello Stato in cui risiede e alle elezioni del Parlamento europeo. Nel 2000, vi è stata la proclamazione solenne della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Nell’ambito dell’istruzione e della cultura, molti avranno sentito parlare  dei programmi Comenius, Erasmus, Leonardo da Vinci, Grundtvig.  A livello europeo abbiamo anche un mediatore ed il diritto di petizione. Infine ci sono anche una serie di simboli, quali il passaporto europeo, l’inno europeo, la bandiera europea, la patente europea .

Dopo tutto questo elenco parziale di realizzazioni importantissime a livello europeo, possiamo affermare che l’adesione dell’opinione pubblica all’idea dell’Europa e la partecipazione dei cittadini alle sue attività rappresenti una sfida vinta dalle istituzioni europee?

Essendo molto cauto, mi permetterei di dire che dopo tutto questo tempo, abbiamo coalizzato degli Stati ma non abbiamo unito uomini. Abbiamo fatto funzionare in un modo democratico le istituzioni europee, istituendo anche il suffragio universale del Parlamento europeo ma non credo che siamo riusciti a concepire il cittadino europeo.

*Capo unità promozione prodotti agricoli Commissione europea