non c'è libertà senza passione!

di Adriana Matone

Vanja Calovic

Ormai da mesi, ogni dieci giorni, nella capitale del Montenegro, Podgorica, vi sono manifestazioni organizzate dalla Rete per l’affermazione del settore non governativo (MANS), l’Unione dei sindacati liberi e l’Unione degli studenti. Migliaia di persone che portano in piazza la loro insoddisfazione per la situazione economica e sociale, ma anche per l’inadeguatezza del governo nel combattere corruzione e crimine organizzato. I dimostranti sfilano per le strade della capitale montenegrina e si soffermano presso ai cosiddetti “centri del sistema” (la sede della polizia, della magistratura, della tv di stato) urlando frasi contro quello che definiscono regime.

C’è una giovane donna coraggiosa alla guida del cambiamento del Montenegro, paese candidato all’ingresso nell’Ue la lotta alla corruzione è diventata ormai un necessità impellente. Il suo nome è Vanja Ćalović, leader della ONG MANS, ed è uno dei personaggi pubblici più amati in questo momento storico della neo-repubblica balcanica.
La sua patria, separatasi dalla Serbia con referendum nell 2006, in questi anni non ha solamente attratto turisti, grazie alla sue coste meravigliose, ma anche corruzione e denaro sporco ed ora, con la candidatura all’ingresso nell’Unione Europea, la lotta al malcostume è diventata ormai un necessità impellente.

Vanja, grazie ad anni di azioni e di impegno civile, è diventata il simbolo della lotta in questa “primavera balcanica” e capeggia una protesta animata da associazioni, sindacati e studenti al grido di <È ora! Andatevene! Vogliamo un governo che lavori per noi e non per i criminali. La libertà non si ottiene in un giorno, bisogna conquistarla.>

Gli attivisti, infatti, da settimane scendono in piazza e rivolgono queste parole al premier montenegrino Igor Lukšić e ai membri del suo esecutivo i quali ritengono che le proteste possano mettere in dubbio il percorso europeo del Montenegro. Ma è veramente poco probabile che Lukšić accolga le richieste dei manifestanti e dia le dimissioni, perché, nonostante la situazione economica e sociale stia tremendamente peggiorando, con il paese sempre più indebitato, è ormai certo che questo governo otterrà entro la fine di giugno la data di avvio dei negoziati di accesso all’Ue.

Purtroppo gli obiettivi dei cittadini montenegrini sono ancora molto lontano dall’essere raggiunti.
Ma loro continuano a scendere in piazza da mesi.
Forse qualcosa sta veramente cambiando.