Wanda Osiris, di lei racconta Roberta Maresci in un piacevolissimo libro, Wanda Osiris Prima soubrette e donna (con)turbante, di come fu un’icona di stile, famosissima ed allo stesso tempo di come sapeva tornare ad essere Anna Maria Menzio,
donna assolutamente riservata tanto che pochi sapevano di quei figli celati, quei tanti bambini “adottati di nascosto” cui rendeva possibile una cura, l’istruzione o un abito che li riscaldava. Erano figli adottati. Erano i bambini dell’ospedale di Mongà in Costa d’Avorio dove c’è una targa che ricorda la Osiris.
Tutto ha contribuito di lei a crearne un’icona della stagione cinematografica dei telefoni bianchi. La ricordiamo Wanda Osiris – il cui cognome d’arte egizio nacque dal matrimonio Iside e Osiride – per le sue teatrali discese di scalinate famose, come quella, riprodotta sul palco, di Trinità dei Monti; per i suoi Boys & girls, che personalmente sceglieva con grande scrupolo. Biondissima, la Wandissima, discendeva portando con se un fascio di rose, cosparse del suo profumo Arpège, che dispensava simbolicamente al pubblico; per la sua Camminata: Avevo una forma d’indolenza strana, camminavo col ventre in fuori e un accentuato dondolio dei fianchi; diventò Icona della Moda, facendo nascere il Wanda-style: Se avevo un vestito viola, mi dipingevo le unghie di viola (allora non ero ancora superstiziosa), se l’avevo verde le unghie erano verdi. Poi mi mettevo grandi gioielli finti. Per Il turbante e i capelli decolorati (fu la prima ad ossigenarli), gli abiti fuori moda, amplissimi e sostenuti da crinoline. Persino l’essere superstiziosa contribuì a definirla divina: riteneva concluso l’appuntamento con la scaramanzia solo dopo una lunga sosta a Milano, dal parrucchiere, per poi discendere quei gradini che la decretarono, come la definì Indro Montanelli , L’ultima regina d’Italia.
Donna da spolvero nel 1937, cantava d’amore e fece ridere accanto a Totò, Bramieri e Vianello. Si ossigenò i capelli e inaugurò la moda del turbante e vantò in sala spettatori eccellenti; Mussolini scese da una carrozza, a Riccione, per farle i complimenti, De Pisis le dedicò un ritratto mentre De Chirico le scarabocchiò un profilo su una tovaglia.
A vent’anni dalla morte, arriva in libreria l’unico libro dedicato a questo strano caso d’artista, che non eccelleva in campi specifici se non in quel modo studiatissimo di arrotare e ampliare le parole in cui solo Tina Lattanzi le stava al passo. Un libro che segue della stessa Autrice, la biografia di Maria Callas e che precede il prossimo, quello su Mina.
Wanda Osiris Prima soubrette e donna (con)turbante,
Cavinato Editore di Roberta Maresci ( pag.121, euro 12).
Biografia Autrice
Roberta Maresci (1971), giornalista e scrittrice. Esperta di collezionismo e antiquariato. È stata voce e autrice per Rai Radio2 di programmi come “La stanza delle meraviglie”, “Il buongiorno di Radio2”, “La notte dei misteri” e “Sabato Italiano”. Ha scritto per la Treccani alcune voci dell’Enciclopedia della Moda ma non ha neppure un gatto. Ha pubblicato 12 libri: “La stanza delle meraviglie” (Rai-Eri), “Death Market” (Castelvecchi), “Lo scambio” (Castelvecchi), due edizioni dell”Annuario del collezionismo” (Mosè edizioni), “I grandi miti del XX secolo” (Newton Compton), “Il grande libro del collezionismo” (Newton Compton), “La sigaretta” (Idealibri). Per Gremese editore ha pubblicato “Mina”. Per la collana Donne nel mito (Gremese-Diva Universal) ha pubblicato “Raffaella Carrà”, “Maria Callas” e“Mina”. Per De Agostini ha curato “L’enciclopedia del profumo”. Ha ricevuto premi. Il più curioso? “Due palle in carriera”. Come giornalista collabora con Il Tempo, For Men e Bellezze d’Italia.
di Teresa Mancini